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Benvenut* alla prima lezione del Corso PMIGH!

[Tempo di Lettura stimato: 4 minuti]

Grazie a questo corso imparerai le basi dello stesso metodo che utilizzano le startup per realizzare prodotti e servizi voluti dal mercato di riferimento, innovare continuamente per smarcare la competizione, ed eseguire strategie di marketing che portano risultati.

Tra le aziende che adottano questa metodologia:

Tesla, Spotify, IBM, Netflix, Skyscanner, Adobe, Facebook, Google, Pinterest, Youtube, LinkedIn, Airbnb, Atlassian, Paypal, Intel, Dropbox, Udemy, Hubspot, Quora, Yelp, Booking, Lastminute.com, Eventbrite, Oracle, Amazon, Trello, Admiral e molte altre ancora!

Perciò nel caso in cui, alla fine del corso, dovessi decidere di portare questa metodologia nella tua organizzazione, diciamo che saresti in buona compagnia : )

“Ma aspetta, io non sono nè grande come Google nè sono una startup come lo era Facebook. Che c’entra con me un metodo adatto alle startup?”

Questo è proprio il primo concetto che vorrei trasmetterti: c’è davvero tanto che una PMI può apprendere dal modo di comportarsi di una startup.

Ti faccio un esempio:

Nel caso in cui volessi imparare le tecniche di sopravvivenza più avanzate, da chi andresti ad allenarti? Dai Boy Scout o dai Navy Seals*?
* forze speciali USA che devono superare un addestramento davvero estremo prima di essere messe all’opera

Ecco, con tutto il rispetto per i Boy Scout, potremmo dire che le startup sono i “Navy Seals” del fronteggiare il rischio imprenditoriale.

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Ti basti pensare che +90% delle startup fallisce nel giro di pochi anni.

Eppure quelle che ce la fanno crescono anche del +178% anno su anno!
– dati da Equidam


I rischi che tu affronti come imprenditore di una PMI sono solo una frazione di quelli che affronta una startup sin dal primo giorno.

E se questa metodologia è in grado di aiutare le startup in quelle condizioni di altissimo rischio, pensa quanto può portare lontano un’impresa come la tua!

Ma cosa cambia realmente tra un’azienda che fa growth hacking e una che non lo fa?

I casi studio di successo che finiscono sui giornali o sui blog sono solo la punta dell’iceberg.

Come saprai bene, dietro le quinte di ogni successo raggiunto da una qualsiasi azienda, ci sono tempi, costi, processi, persone e strumenti, e questi sono gli ingranaggi invisibili che portano un’impresa sui binari del successo o sui binari del fallimento.

Per lo stesso motivo in queste mail non ti parlerò specificatamente di Facebook Advertising, di Ottimizzazione dei Motori di Ricerca o di come realizzare una Landing Page.

Quella è solo la parte tecnica.

(e sarebbe dare per scontato che questi canali funzionino sempre e per tutti, come fossero un piede di porco universale: non è vero)


Parleremo di processo perché vogliamo andare a toccare proprio quei meccanismi interni che, a seconda della situazione, possono guidarti verso decisioni di business corrette.

Se dovessimo definire il Growth Hacking infatti, diremmo che:

“Il Growth Hacking è un processo di sperimentazione rapida sia sul Marketing che sul Prodotto, al fine di scoprire quale sia il modo più efficace di far crescere un business.”

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Dove:

GROWTH = il focus sulla crescita di metriche misurabili.

Visite, iscritti, fatturato, profitti ecc. E come vedremo, se smetti di delegare esclusivamente questa responsabilità al Marketing, noterai che ci sono tantissime altre aree dell’azienda (design, prodotto, IT, customer supporto ecc.) che possono dare una mano.

Dopotutto chi se ne frega di come ci si arriva, l’importante è generare crescita no?

HACKING = significa affrontare queste sfide di crescita aziendale approcciando il problema come farebbe un hacker: utilizzando il pensiero laterale.

Sulla carta, un hacker fa l’impossibile. I computer non nascono con la funzionalità “entra in un sistema informatico senza permesso”, eppure loro lo fanno lo stesso!

Non seguono il regolamento perché non ce n’è uno. Vanno alla scoperta grazie a studio e sperimentazione, e lo scrivono per sé stessi.

Allo stesso modo, grazie alla sperimentazione rapida del growth hacking, possiamo scoprire nuove strade che nessuno sta percorrendo, e cogliere enormi benefici in termini di risultati.

Nonostante la parola “Growth Hacking” sia stata coniata nel 2010 da Sean Ellis, c’è ancora molta confusione al riguardo in Italia.

Alla luce di quanto scritto sopra, la prossima volta che ti capiterà di leggere online:

– “Il Growth Hacking è solo marketing fatto bene”
– “Il Growth Hacking serve solo alle startup”
– “Il Growth Hacking sono una serie di trucchetti”
– “Il Growth Hacking è marketing per chi ha pochi soldi”
– “Fare Growth Hacking significa andare virali”
– “Per fare Growth Hacking devi essere un ingegnere”
ecc. ecc.


… saprai che sono solo falsi miti alimentati da chi si è fermato alla superficie 😉


Congratulazioni, sei arrivat* alla fine della 1° lezione!

LESSON LEARNED:
Oggi hai imparato:
– Cosa significa “Growth Hacking”.
– Perché non riguarda soltanto le startup.
– Come mai se vuoi portare crescita nella tua azienda devi prima pensare al mindset e ai processi, e solo successivamente ai tecnicismi.

TO DO:
Per questa volta ti lascio un compito a casa molto semplice: guardati questo video di 5 minuti.

E se vuoi approfondire le fonti originarie, qui sotto trovi gli articoli (in inglese) che hanno fatto nascere questo movimento in Silicon Valley:

– Find a Growth Hacker for your Startup – Sean Ellis
– Growth Hacker is the New VP of Marketing – Andrew Chen
– Why all Marketers should be Growth Hackers – Ryan Holiday
– Defining a Growth Hacker – Aaron Ginn

A partire dalla prossima mail troverai in questa sezione dei consigli azionabili per cominciare a mettere in pratica il Growth Hacking passo dopo passo.

Non perderteli!

NEXT STEP:
Se è vero che il Growth Hacking è un processo, ogni processo che si rispetti ha degli step: dei passaggi.

Domani parliamo dei 6 passaggi che compongono il processo di Growth Hacking : )

A domani!